Il Kintsugi è come un viaggio alla scoperta, riscoperta di sé.
Attraverso le sue tecniche insegna la pazienza, resilienza e non solo.
Eccomi, quindi, a raccontare il kintsugi.
Sono quasi 5 anni dal primo incontro con questa tecnica, mi stavo documentando per restaurare una lampada in ceramica letteralmente in briciole, ma la cliente ci teneva particolarmente, un ricordo affettivo, e io quando mi si parla di “cose di cuore “metto il doppio dell’attenzione, ma non di impegno, quello è sempre al massimo, perché su ogni recupero, restauro, ci lavoro con entusiasmo e passione, come se quel pezzo fosse mio, dovessi poi tenerlo io, in casa mia.
Non sono mai soddisfatta, ma questo è un mio difetto, se così si può dire.
Ma torniamo alla lampada e alle sue briciole.
Fu un vero sprone, non avevo mai trattato un oggetto così e soprattutto in quelle condizioni.
Sembrava una cosa impossibile, un’impresa, ma con mesi di lavoro, pazienza, la lampada è tornata a nuova vita.
Per avere quel risultato oltre la mia creatività e la mia esperienza ho dovuto prima affrontare anche una ricerca, per ottimizzare la scelta dei materiali e non solo.
Fu così che incontrai il Kintsugi.
Ne avevo sentito parlare, ma non avevo mai approfondito l’argomento.
Da li in poi è stato un crescendo, ho studiato la tecnica moderna e quella tradizionale.
Ne faccio anche dei mix, uso i materiali asseconda del progetto che ho in mente ed ogni volta scrivo una nuova storia.
Perché ogni oggetto da riparare, ogni creazione, per me sono come un viaggio, una scoperta o una riscoperta.
Oggi il kintsugi incontra materiali moderni, contemporanei, ma la sua vera espressione vive nella tecnica tradizionale, con materiali preziosi come la lacca Urushi e la polvere d’oro.
Ma vi racconterò in altri post, qui sul blog, la tecnica, la sua filosofia e tanto altro, oggi voglio soffermami su una cosa importante, la pazienza, la resilienza.
Resilienza, ovvero la capacità di un materiale di assorbire un urto; In psicologia, la capacità di un individuo ad affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.
Penso che non accada mai nulla per caso.
Così come la mia esperienza con il kintsugi, è arrivata pochi mesi prima dell’inizio della pandemia, dei primi lockdown, e qui a Bergamo siamo stati proprio i primi.
Furono mesi tosti, quasi da vero film apocalittico, anche qui in casa siamo stati male e ricordo che se si comunicava con amici o parenti la domanda era “ma avete chiamato il dottore?”
Difficile spiegare che il medico ti rimbalzava all’ ospedale o ad un numero che era stato attivato ma che poi li ti dicevano di stare chiuso in casa e se avevi febbre e dolori prendere la tachipirina……sempre se rispondeva qualcuno….
Ma tutto questo è passato, mi ha insegnato molto, e da lì è partita la mia consapevolezza nel volermi dedicare sempre più al Kintsugi, al riparare con l’oro.
Bisogna imparare la pazienza, fatta da tanti piccoli gesti, passaggi, che esigono il loro tempo per poter eseguire un lavoro duraturo.
Certo con la tecnica moderna i tempi si accorciano, ma l’attenzione per i vari passaggi, il non avere fretta (se incolli male un pezzo è un vero problema poi andare avanti) quelli sono fondamentali sempre.
Ancor di più con la tecnica tradizionale giapponese che vuole giorni e giorni, settimane per poter riparare un oggetto rotto.
Tanto complessa quanto affascinante e soprattutto paziente, questo è il kintsugi per me.
Oggi ho voluto raccontarti questo valore importante che si impara con questa tecnica ma presto, sempre qui sul blog ti racconterò le potenzialità e le diversità che offre il lavorare con il kintsugi.
Ci troviamo presto,
Lalla
E dei libri se vuoi approfondire un po’ questo argomento che abbraccia, tecnica, filosofia, espressione di bellezza e metafora della vita:
- L’arte segreta di riparare la vita, di Celine Santini
- Il dolore che aiuta, Kintsugi. Sofferenze e difficoltà come vie di trasformazione. di Gioacchino Allasia
- Kintsukuroi L’arte giapponese di curare le ferite dell’anima. di Tomas Navarro
- Il pensiero giapponese: Viaggio nello stile di vita del sol levante. di Mai Yen Le
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